venerdì 26 settembre 2008

Lucia POPP and Thomas ALLEN - La ci darem la mano

Mozart - Don Giovanni (Losey) -- Finale pt.1

Immagini da diversi allestimenti dell' Opera

Bibliografia consigliata

Don Giovanni, in Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, I Titoli e i Personaggi, vol. I, diretto da Alberto Basso, UTET, Torino 1999, pp. 463-467
(notizie sulla figura di Don Giovanni e dei lavori in campo musicale, con trame di alcuni di questi, tra cui opere di: W.A. Mozart, A. Melani, A.S. Dargomyzskij, R. Strauss, F. Alfano. Utile per comparazioni e discussioni sulle diverse interpretazioni).

ARIENTA, Sonia, Don Giovanni. Le manipolazioni di un testo nell’Europa della Restaurazione, Ricordi/Lim, San Giuliano Milanese (MI) 2004
(interessante sguardo su tre paesi europei, Inghilterra, Francia e Italia, che, tramite interventi di traduttori e/o arrangiatori, apportano modifiche al testo di Da Ponte con conseguenti modifiche sulla musica di Mozart, allo scopo di ridurre l’opera a puro divertimento o per riportare i personaggi al perbenismo operistico che non minaccia lo stato delle cose del tempo).

CARAPEZZA, Paolo Emilio, Il fuoco della vita nei cristalli del Suono, dal libretto di sala dell’opera, Teatro Massimo, Palermo 2002

GALLARATI, Paolo, Da Ponte, Lorenzo, in DEUMM, Le Biografie, vol. II, diretto da Alberto Basso, UTET, Torino 1985, pp. 402-3

JOUVE, Pierre-Jean, Il Don Giovanni di Mozart, Adelphi Edizioni Spa., Milano 2001
(l’opera di Mozart in un percorso che segue, scena per scena e parallelamente, la musica, il libretto e il teatro).

MACCHIA, Giovanni, Vita, avventure e morte di Don Giovanni, Einaudi, Torino 1978
(per un’interpretazione attraverso epoche diverse del personaggio di Don Giovanni nella letteratura e nel teatro. La seconda parte del testo contiene i diversi testo del Settecento).

PIRROTTA, Nino, Don Giovanni in musica: dall’empio punito a Mozart, Marsilio, Venezia 1991

SCHENK, Erich, Mozart, Wolgang Amadeus, in Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti, Le Biografie, vol. V, diretto da Alberto Basso, UTET, Torino 1988, pp. 223-78

Caratteristiche dei personaggi


La caratterizzazione psicologica dei personaggi è il vero capolavoro di Mozart e Da Ponte: Don Giovanni, pur essendo nobile, veste il ruolo del tipico basso buffo settecentesco (vocalmente, un baritono), quasi a sottolineare l'immoralità del suo comportamento che, per così dire, lo "abbassa" al livello del popolo. Leporello (anche lui un basso buffo) è invece un personaggio frequentemente in bilico tra l'ironia, l'insolenza e la sottomissione nei confronti del padron Don Giovanni. Sono presenti figure comiche o dal contorno quasi bucolico (i contadini Masetto e Zerlina) ma c'è tra queste e le figure drammatiche una forte commistione che fa prevalere le seconde, portatrici di forti valori morali ed etici da trasmettere al pubblico. In particolare, in contrasto alle figure semplici ma eticamente forti, all'ascoltatore moderno non può non risultare ridicola la affettata serietà di Don Ottavio (tenore), definito da qualche critico il "fidanzato modello": mentre Masetto per difendere la sua Zerlina è disposto anche a prendersi botte da Don Giovanni (travestito in quell'occasione da Leporello!), Don Ottavio per la sua Donna Anna non riesce a reagire se non con un timido «un ricorso vo' far a chi si deve, e in pochi istanti vendicarvi prometto». Tuttavia, né Mozart, né Da Ponte sicuramente ebbero l'intenzione (almeno esplicita) di mettere in ridicolo Don Ottavio, dando invece al suo ruolo una musica smagliante e un tono magniloquente, da opera seria. Gli altri due personaggi seri, Donna Anna e Donna Elvira, ricevono pure grande attenzione da Mozart sul piano musicale.

Opera buffa o opera seria?

Il “Don Giovanni” è un dramma giocoso diviso in due atti. In realtà, questa dicitura che compare nel sottotitolo originale dell'opera dice abbastanza poco sul carattere dell'opera: "dramma giocoso" si chiamavano all'epoca anche farse del tutto assurde. Dal punto di vista formale, è un' opera buffa (così la chiama Mozart nel catalogo delle sue opere), con la presenza di elementi tratti dall'opera seria, come i pezzi scritti per Donna Anna e Don Ottavio. Inoltre su tutta l’opera, dall’inizio alla fine, incombe l’ombra della morte e dell’intrigo di un destino funesto. Per tutti i personaggi è sempre questione di morte. Anche Da Ponte doveva immaginare un’atmosfera simile, se vogliamo credergli quando racconta di essersi ispirato all’inferno dantesco durante la stesura del libretto. Insomma, stilisticamente il Don Giovanni è in bilico fra opera seria e opera buffa, e allo stesso modo, il tono generale oscilla fra tragedia e commedia, ben giustificando quindi il sottotitolo "dramma giocoso" con cui da Da Ponte sigilla l'intera opera. Non si potrebbe infatti forse porre il Don Giovanni di Mozart sullo stesso piano delle grandi tragedie greche, il cui obiettivo catartico è a noi ormai noto da tempo, e riuscire ad intravedere nella statua del Commendatore quel deus ex machina, dalla natura quasi divina, trasmettitore di giustizia e moralità? Tutto questo potrebbe giustificare la continuazione del titolo, ovvero "Il dissoluto punito". Infatti, arie e recitativi dei due atti sono preceduti in apertura da una sinfonia dalla matrice tutt'altro che allegra, che inizialmente non troverebbe motivo per essere stata scritta con tali toni drammatici, visto ciò che ci si aspetta da una sorta di "commedia", ma che trova con pienezza la sua spiegazione alla fine dell'opera, in cui ricompare e avvolge a poco a poco il corpo di Don Giovanni fino a stringerlo per trascinarlo nell'oltretomba.